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Università Popolare di Mestre

IL PROBLEMA DEL MALE NELLA STORIA DELLA FILOSOFIA

Maria Giacometti

Alla base della tradizione occidentale si ritrova una peculiare tensione tra due concezioni di male, come colpa e come destino. La connessione tra male e colpa è costitutiva dell’immaginario delle religioni della redenzione. Il significato della sofferenza è nella punizione e questa ha la sua giustificazione nella colpa. Il libro di Giobbe, se da un lato mette in rilievo il nesso sofferenza - punizione, esso denuncia, altresì, l’eccesso di male e la sproporzione tra merito e destino, tra colpa e pena. Il lamento di Giobbe termina con l’accettazione dell’insondabilità di Dio. Da qui prende le mosse la concezione cristiana, che risponde all’enigma del male nell’Antico Testamento mediante il dispositivo della compensazione ultraterrena. Nell’aldilà la retribuzione del bene ai giusti e del male agli ingiusti ristabilirà l’armonia infranta in questo mondo. Diversa la concezione greca, per la quale il male ha a che fare con il senso del limite, con una necessità contro cui s’infrange il volere e il potere degli uomini. Nell’immaginario sociale del mondo greco il male ha una duplice origine: la violenza dell’uomo o la sofferenza per malattie e calamità di cui sono dispensatori gli dei: di fronte a questa l’uomo è impotente. Se, d’altra parte, il male fisico è lo stigma della condizione umana, il male morale appare come un destino condiviso dagli uomini e dagli dei. In questo contesto, la visione tragica del mondo dà forma a quella scoperta della crudeltà dell’esistenza che costituisce un tratto essenziale dell’esperienza greca: il male non è accessorio e contingente, ma costitutivo dell’essere e dell’agire. Il vero spartiacque tra concezione pagana e concezione cristiana del male sta, tuttavia, nella dottrina dell’intelletto, della volontà e della libertà. È Platone, per primo, che individua nell’errore dell’intelletto l’origine del male; a sviare l’intelletto è sì il corpo con i suoi bisogni, ma anche e soprattutto la volontà. Il cristianesimo rovescerà il punto di vista di Platone: se è vero che la volontà corrotta corrompe la ragione, la ragione stessa, se non è illuminata dalla Grazia, diventa concausa del male. Le lezioni riguardano le due linee, sopra indicate, di interpretazione del male.
I testi presi in esame sono: Il libro di Giobbe; alcuni passi dell’Odissea e di una tragedia greca (probabilmente l’Aiace); Il De civitate Dei di Agostino; la Repubblica di Platone; Il male di San Tommaso; i Pensieri di Pascal; la Teodicea di Leibniz.
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novembre 2013 / dicembre 2013

    Di seguito la registrazione delle lezioni in formato mp3       (per scaricare i files cliccare con il tasto destro sul titolo) 
   
       

 

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